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Scuola per lavorare

nell’Agroalimentare

 

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QUARTA FASE
 
LA BIODIVERSITÀ NELL'AGRICOLTURA DELLA BASSA BERGAMASCA

I MIEI FRUTTI NON DIMENTICATI
Nel mese di luglio di quest’anno
ho trovato un’albicocca
appesa ad un ramo di una vecchia pianta
e ho ricordato la mattina del ‘44
quando dalla casa sul fiume Uso,
dove eravamo sfollati per l’arrivo del fronte,
sono tornato a Santarcangelo
a portare qualcosa da mangiare al gatto
come voleva mio padre.
C’erano le strade deserte
e come entro in casa cerco il gatto anche nel cortile.
Vedo con sorpresa che dai rami degli albicocchi
pendevano frutti maturi
coperti di macchie di ruggine.
Da allora non ho più sentito quel sapore
così pieno di magici profumi.
Tonino Guerra
 

Contesto progettuale

Conservazione è un sostantivo al femminile e al femminile è stata per millenni l’opera di difendere e conservare l’albero da frutta, il cibo, la terra, la pace.
Ora i ruoli sociali sono meno netti e donne e uomini capiscono, forse con ritardo, che è dovere di tutti conservare.
Conservare ciò che esiste in tutte le sue forme perché la sopravvivenza e la naturale evoluzione di tutti noi si basa proprio su questa ricchezza: la grande e misteriosa eterogeneità della vita.
Dalla storica conferenza di Rio de Janeiro, nel 1992, l’idea “diversità della vita” è stata opportunamente sintetizzata in “biodiversità”, concetto che oggi però si tende a usare in modo improprio, senza la necessaria riflessione sulla vastità di concetti basilari racchiusi in esso.
Nel corso dei secoli, l’uomo agricoltore ha selezionato e coltivato un’infinità di razze e di varietà locali favorendone l’affermazione in base ad alcune caratteristiche come la resistenza alle malattie, l’adattamento alle condizioni climatiche e pedologiche della zona e, non meno importanti, la produttività e le caratteristiche gustative.
Questo patrimonio storico, biologico ed ambientale costituisce quello che normalmente si definisce come biodiversità agricola.
“La biodiversità è un modo popolare per descrivere la diversità della vita sul nostro pianeta. La diversità genetica in agricoltura permette di adattare le speculazioni agricole alle differenti condizioni ambientali e socio-economiche.
Le popolazioni rurali, ed in particolare le più povere, dipendono dalle risorse biologiche per circa un 90% dei loro fabbisogni.”. (Menini 1998).
La Fondazione Maddalena di Canossa, Scuola per Lavorare nell’Agroalimentare con sede a Caravaggio –BG- anche se presente sul territorio da solo 4 anni persegue la finalità di salvaguardia del territorio e delle sue peculiarità, instaurando con esso significative forme di cooperazione.
La scuola ha pertanto colto l’istanza del bando di “Scuola 21” per sviluppare un percorso didattico relativo alla biodiversità e alla sua applicazione e realizzazione nel territorio di pertinenza.
Questo progetto è fortemente orientato a far emergere il grande valore ambientale e scientifico della biodiversità come principale risorsa di cui disponiamo; è un legame stretto quello esistente fra agricoltura, sviluppo rurale e difesa della biodiversità, e le testimonianze raccolte rappresentano nella realtà del territorio agricolo e rurale della bassa bergamasca, solo alcuni esempi di questa immensa ricchezza.
Per meglio connotare il progetto lo si è declinato attraverso il filo conduttore “l’agricoltura ritorno al futuro” le cui applicazioni sono state tradotte nella bassa bergamasca con l’identificazione di alcune realtà locali in cui emergono in modo testimoniale aspetti rilevanti di esperienze di tutela e conservazione della biodiversità.