13 febbraio 2014 - ULTIMA DEGUSTAZIONE
Le edizioni precedenti delle degustazioni, condotte insieme ai
rappresentanti di Slow Food Bassa Bergamasca, partner del progetto, sono
state organizzate in base a due criteri:
1)degustare prodotti che avessero attinenza con l'argomento approfondito
con le visite didattiche;
2)dichiarare prima i contenuti della degustazione in modo da “guidare”
l'assaggiatore a percepire le differenze tra i due prodotti messi a
confronto.
Quest'ultima degustazione, invece, aveva come obiettivo quello di
verificare se le osservazioni fatte nelle precedenti degustazioni erano
state sufficientemente metabolizzate dai ragazzi tanto da poter
applicare alcuni dei criteri già visti anche in una degustazione “al
buio”, ovvero non sapendo a priori cosa si andava assaggiando.
Per ogni accoppiata di prodotti, dopo la degustazione a confronto,
abbiamo fatto le seguenti osservazioni:
Degustazione nr. 1: insalate tardive
a) lattuga “canasta”, biologica, provenienza az. Agricola Le 5 Pertiche
di Fara Olivana, servita a crudo e senza condimento;
b) radicchio rosso tardivo, detto Trevisana, cotto con solo un filo
d'olio.
Domande:
1) Cosa stiamo assaggiando?
Tutti conoscevano la lattuga, non tutti la Trevisana; molti hanno
riconosciuto la qualità del prodotto fresco; abbiamo condiviso la
conoscenza delle diverse varietà di insalate rosse.
2) Qual'è il nesso tra i prodotti assaggiati e i concetti della
biodiversità visti nelle lezioni precedenti?
L'esistenza di specie/varietà tardive significa avere vegetali che si
sono adattati alle avverse condizioni invernali, sviluppando
caratteristiche idonee (fotoperiodo corto, resistenza al freddo), esempi
di come la biodiversità sia fattore essenziale per la sopravvivenza di
tutta la catena alimentare.
Degustazione nr. 2: barbabietole
a) Barbabietole rosse, cotte al forno, raccolte in campo (biologiche),
az. Agricola Le 5 Pertiche di Fara Olivana; tagliate a fettine
abbastanza sottili, non condite;
b) Barbabietole rosse, cotte al forno, acquistate al supermercato
(quinta gamma) confezionate in atmosfera protetta, tagliate a fettine
abbastanza sottili, non condite.
Domande:
1) Quali differenze riscontrate e a cosa possono essere dovute?
Molti hanno capito che la differenza consisteva fondamentalmente solo
nel gusto, in particolare con Sede legale: Via Colognesi – Isola
Borromeo – 20062 Cassano d’Adda (MI)
Sede amministrativa: Via Toti, 6 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Tel.
02-55303104 Fax 02-55303611
c.f.e p.i. 11346020156 – c.c.i.a.a. 1458895 – Tribunale di Milano n.
15873 – Albo Cooperative A164372
alboran@alboran-coop.it www.alboran-coop.it
riferimento alla dolcezza, cioè al contenuto zuccherino; si è dedotto
che dipendesse dalla materia prima di diversa qualità.
Degustazione nr. 3: piselli
a) piselli (categoria “fini”) in scatola, cotti con soffritto di poco
olio e poco scalogno e poco sale
b) piselli (categoria “fini”) surgelati, cotti nella stessa maniera
Domande:
1) Quali differenze riscontrate? Quale dei due vi piace di più?
Le differenze sono diverse: colore verde un tipo (surgelato), tendente
al giallo l'altro (in scatola); consistenza più farinosa e pastosa un
tipo (in scatola), più croccante l'altro; gusto diverso (non descritto):
il 75% dei ragazzi preferisce i piselli in scatola, di nuovo a conferma
che il nostro “gusto” è abbondantemente influenzato dalle abitudini
alimentari spesso inquinate dall'ampia offerta di prodotti a buon
mercato presenti nella grande distribuzione. Il confronto dei prezzi
infatti è di euro 2,64/kg per i piselli in scatola, contro 4,87/kg dei
piselli surgelati (di marca).
Questa degustazione ci ha permesso anche di confrontare brevemente i due
metodi di conservazione, catena del freddo e inscatolamento previa
sterilizzazione termica del prodotto e come la scelta del tipo di
processo influenza la qualità del prodotto di partenza.
Degustazione nr. 4: crostino con crema di topinambur
In quest'ultima degustazione è stato servito un crostino di pane con una
crema al topinambur, fatta solo previo cottura della radice con un filo
d'olio e poco sale, il tutto frullato. In questo caso si è scelta una
varietà di radice commestibile poco conosciuta (biodiversità!) e infatti
nessun ragazzo ha individuato l'ingrediente; qualcuno ha riconosciuto il
sapore del carciofo che in effetti nel topinambur si mescola al gusto di
patata.
Ultima considerazione: abbiamo lavorato con la nuova LIM acquistata
grazie al progetto, che è davvero fantastica!!
ALBORAN COOPERATIVA SOCIALE
Responsabile di progetto
Alessandra Bossini
|