Rito= rendere visibile l'invisibile.
Il pane, come altri cibi, è stato usato ben prima dell'avvento
del cristianesimo in riti religiosi come oggetto da offrire alla
divinità. Dall'Epopea di Gilgamesh, un racconto epico di
fondamentale importanza della religione babilonese, apprendiamo
che già nel secondo millennio a.C. il pane era offerto agli dèi
come oggetto consacrato. Anche in altre culture del Mediterraneo
antico, in cui si coltivava il grano e l'alimentazione era
incentrata sul consumo di cereali, il pane ha avuto un posto
d'onore nei rituali.
Soltanto nel cristianesimo, d'altro canto, la consacrazione del
pane e il suo sacrificio in quanto «corpo di Cristo» hanno
assunto un valore così centrale e assoluto.
Su questo punto, il cristianesimo si differenzia dalle religioni
classiche come quella greca e quella romana.
Per i greci, il cibo privilegiato offerto nei grandi sacrifici
pubblici - che costituivano il cuore della religione delle città
greche – era la carne degli animali uccisi per essere offerti
alle varie divinità. Anche i greci avevano una divinità
protettrice dei cereali (e dunque del pane), Demetra in onore
della quale, a partire dal VII secolo a.C., si celebrarono in
una cittadina vicino ad Atene, Eleusi, riti misterici celebri.
Proprio, però, la natura misterica di questi riti, che impediva
agli iniziati di svelarne il contenuto, ci impedisce di saperne
se per esempio a Demetra fosse offerto in sacrificio il pane.
Se si vuole trovare un precedente al rito cristiano, occorre
guardare alla religione dell'Israele antico. In alcune antiche
feste ebraiche, attestate nell'Antico Testamento, sono presenti
usi sacrali del pane. Per Shavu'ot, la festa del raccolto o
Festa delle Settimane, ad esempio, gli israeliti recavano al
loro Dio come oblazione due pani di grano.
Questa festa aveva luogo cinquanta giorni (sette settimane) dopo
la Pasqua e divenne perciò nota col nome greco di Pentecoste:
commemorava il giorno in cui Mosè ricevette le Tavole della
Legge sul monte Sinai. Vi era poi Hag ha-Matsot, la festa del
Pane Azzimo, una delle tre grandi feste agricole celebrate dagli
israeliti dopo il loro stanziamento nella terra di Canaan. Essa
era originariamente un rito di ringraziamento all'inizio del
racconto del grano, ma più tardi venne unita alla festa
pastorale nomade della Pasqua, la commemorazione storica
dell'uscita di Israele dall'Egitto. Per sette giorni gli ebrei
mangiavano solo pane non lievitato, come segno di un nuovo
inizio. Un precedente importante del rito cristiano è, infine,
il «pane della presenza», che gli israeliti erano soliti deporre
davanti al Santo dei Santi nel Tempio di Gerusalemme: sopra una
tavola, su due pile, venivano poste dodici focacce di pura
farina di grano, rappresentanti le dodici tribù di Israele e la
loro alleanza eterna con Jahé. Ogni sabato esse venivano
rimpiazzate e mangiate dai sacerdoti. Proprio questi precedenti,
d'altro canto, aiutano a comprendere meglio la profonda e
radicale novità rappresentata dal rito cristiano, che presuppone
l'identificazione di Gesù come «pane di vita» col pane offerto
dal sacerdote (Giovanni 6).
Se si vuole trovare un parallelo occorre guardare a una
religione lontana nel tempo e nello spazio tipicamente
sacrificale come quella degli aztechi. Essi usavano fare un
impasto simile al pane dei semi del papavero e lo modellavano a
forma del dio Huitzilopochtli. Questo pane a forma di figura
umana veniva poi spezzato e mangiato dai sacrificanti, con lo
scopo di «mangiare il dio» per assimilarne sostanza e poteri.
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